Isera - Torretta

La diffusione del Neolitico in territorio trentino nel corso del VI millennio a.C. sembra attribuibile alla penetrazione di piccole comunità a economia produttiva portatrici di nuove conoscenze tecniche legate all'agricoltura e all'allevamento, le quali vennero a contatto con le comunità mesolitiche locali; il processo di acculturazione fu lento e graduale, ma portò al più grande cambiamento socio-culturale mai avvenuto durante tutta la storia dell'Homo sapiens, tanto che per definirlo è stata usata l'espressione di "rivoluzione neolitica". Il territorio del comune di Isera ha conservato preziose testimonianze archeologiche riferibili alle ultime fasi del Neolitico nell'area denominata ai Corsi, che comprende, sul versante destro dell'Adige all'altezza di Rovereto, un piccolo bacino torboso circondato da un gruppo di colline di natura vulcanica e sedimentaria (i Dossi) , fra cui in particolare l'altura detta Torretta. Questo dosso, che si eleva in posizione dominante e strategica, è costituito da colate basaltiche che ancora oggi sono oggetto di estrazione da parte di una cava che ha ormai cancellato quasi completamente i resti archeologici. L'importanza paletnologica del sito è nota dalla fine dell'Ottocento grazie alle ricerche condotte dall'archeologo Paolo Orsi, ma scavi sistematici sono stati effettuati solo nel ‘900: dopo alcuni sondaggi praticati nel 1976 da L. H. Barfield dell'Università di Birmingham, nel 1990-91 il sito è stato oggetto di un intervento di emergenza da parte dell'Ufficio Beni Archeologici della Provincia Autonoma di Trento: il proseguimento dello smantellamento del dosso nell'area meridionale del sito, infatti, aveva portato alla luce un'imponente sequenza stratigrafica che, assieme ai manufatti in ceramica, pietra, osso e rame rinvenuti, documenta la frequentazione del sito a scopo abitativo dal Neolitico recente all'inizio dell'età del Rame, con cinque differenti fasi di occupazione che vanno dalla metà del V millennio alla prima metà del III millennio a.C..