Nogaredo - archeologia

Per quanto i più antichi insediamenti del comune di Nogaredo si possano far risalire con tutta probabilità all'età del Bronzo, le testimonianze archeologiche sembrano qui concentrarsi soprattutto nell'orizzonte cronologico corrispondente all'età romana. È allora, infatti, che il territorio assiste a una capillare antropizzazione, evidentemente legata allo sfruttamento del suolo, qui particolarmente vocato, nell'antichità come ancora oggi, all'agricoltura intensiva, grazie all'ottimale ventilazione e alla buona esposizione al sole dei suoi versanti. Se non vi è per ora l'evidenza degli abitati, numerose sono per contro le tombe rinvenute nel corso del XVIII e XIX secolo nei dintorni di Nogaredo e soprattutto in prossimità di Brancolino; qui in particolare, nell'area a nordovest del paese denominata del dòs Pagàn, doveva esservi una vasta necropoli, utilizzata sia in epoca romana che nella successiva età altomedievale, come lasciano inferire le oltre 150 deposizioni in casse di tegoloni, di pietra e in nuda terra scoperte a più riprese nel corso del Settecento e dell'Ottocento. I modesti corredi che accompagnavano gli inumati, in cui solo saltuariamente si riscontrano oggetti di pregio, rispecchiano lo status della popolazione contadina, costituita con ogni probabilità principalmente da piccoli proprietari terrieri.
Nel Medioevo in frazione Noarna sorse l'omonimo castello, noto anche come Castelnuovo, documentato dalle fonti a partire dal XII secolo. L'edificio, già feudo dei Castelbarco ma dal 1456 possesso dei Lodron, presenta una caratteristica struttura architettonica, che conserva memoria dell'antica vocazione difensiva ma dimostra anche la sua conversione in residenza signorile d'impronta cinquecentesca. All'interno la volta d'ingresso presenta la più antica copia degli affreschi michelangioleschi della Cappella Sistina. Castel Noarna ha legato il proprio nome anche alle vicende della caccia alle streghe, che ebbero luogo nel XVII secolo.