Pomarolo - Chiusole

Il toponimo Chiusole ("piccola chiusa") deriva dal verbo cludere e può essere legato al fatto che in questo punto della Destra Adige l'antica strada attraversava una strettoia. È verosimile dunque che questo tratto viario fosse presidiato fin da epoca rempota: per l'epoca medievale, in effetti, le fonti documentarie attestano una torre, oggi non più visibile, a cui sembra che fosse associata una porta di sbarramento. È comunque probabile che in corrispondenza dell'attuale Chiusole sorgesse un abitato già in epoca romana, come sembra testimoniare il rinvenimento di sepolture nel corso dell'Ottocento (Rigotti 2007, p. 305). Nelle vicinanze del paese era poi attiva, sempre in età romana, una fabbrica di laterizi (fornax latericia): lo testimonia il manoscritto autografo dello studioso ottocantesco Fortunato Zeni, dal titolo Ritrovi di oggetti archeologici della Vallagarina, che riporta come nel 1852 presso Chiusole fu messa in luce una fornace romana, in cui vennero raccolti alcuni reperti mobili, quali "mattoni figurati per ornamento delle case, o pesi da telaj, un'ascia e alcune monete romane". Zeni aggiunge che i reperti furono collocati al Museo civico di Rovereto; registra quindi relativamente all'anno 1861 un secondo ritrovamento di "mattoni d'ornamento e tre differenti oggetti in bronzo", oltre a "varie monete". La scoperta è confermata dal "Memoriale dei doni" del Museo Civico, dove si riporta, per l'anno 1862, la donazione da parte di tal Francesco de Chiusole di "cinque mattoni d'ornamento e tre differenti oggetti in bronzo, con varie monete romane ben conservate, scavate nel suo podere di Chiusole". Mentre nell'ambito della collezione archeologica del Museo Civico non risultano oggi più individuabili né le monete né gli altri oggetti in bronzo, si conservano invece a tutt'oggi quattro pesi da telaio troncopiramidali in terracotta recanti iscrizioni e motivi decorativi.