Nomi - Cesuretta agli Olmi

Nel 1891, durante i lavori di arginatura del fiume Adige, in località "agli Olmi" presso Nomi venne intercettata e distrutta una vasta necropoli a incinerazione della prima Età del Ferro (900-700 a.C.). L’allora direttore del Museo civico di Rovereto Giovanni de' Cobelli, accorso sul sito a cantiere oramai avanzato, fece tutto ciò che era in suo potere per salvaguardare quanto restava del sito, conseguendo purtroppo scarsi risultati. A seguito di estenuanti trattative con il proprietario del fondo, il barone Francesco de' Moll, tutto ciò che riuscì ad ottenere fu la consegna di un piccolo lotto di oggetti in bronzo e terracotta, che ancora si conservano presso il museo. Si tratta di alcuni frammenti di urne cinerarie in ceramica e di alcuni elementi di corredo funebre, fra cui rocchetti in terracotta, tipici delle sepolture femminili, e rasoi in bronzo, che connotano invece le sepolture maschili, oltre a fibule e spilloni. A tutt'oggi non è stato ancora individuato l'abitato che doveva essere connesso con la necropoli.