Nomi - Castello di Nomi

Originariamente sede del feudo dei signori di Nomi, il castello – alto su una rupe strapiombante in vista di Castel Beseno e della Chiusa della Pietra, dei quali seguì le vicende – passò entro il 1333 alla famiglia Castelbarco, rispecchiandone le alterne e intricate vicissitudini. In particolare, nel contesto della movimentata situazione geopolitica del Quattrocento che si era determinata in seguito all'occupazione veneziana della Vallagarina meridionale, l'edificio si trovò coinvolto in frequenti e repentini passaggi di mano legati anche al contraddittorio atteggiamento degli stessi Castelbarco nei confronti della Serenissima, del duca d'Austria e del principe vescovo di Trento. In accordo con quest'ultimo, lo conquistarono nel 1456 i Lodron, che glielo dovettero però ben presto consegnare. Nel 1487 il castello fu espugnato dalle truppe veneziane, impegnate nella guerra contro il duca Sigismondo, ma in conseguenza della sconfitta subita dalla Repubblica, e dopo un periodo di affidamento al vescovo di Treviso, nel 1491 esso tornò alla casa d'Austria. Nel 1499 Massimiliano I d'Asburgo cedette ciò che rimaneva della costruzione a Pellegrino Busio Castelletti, ma nei primi decenni del Cinquecento i ruderi superstiti furono definitivamente smantellati, essendosi la famiglia trasferita nel sottostante palazzo nel frattempo sorto in paese. Tuttavia le indagini archeologiche svolte tra il 2005 e il 2007 in occasione di un intervento di restauro delle rovine sembrano dimostrare la frequentazione del sito anche oltre il primo quarto del XVI secolo.