L'antica attività vulcanica sul Monte Biaena

ambito GEOLOGIA

Il versante orientale del Monte Biaena offre, assieme ai vicini complessi vulcanici di Pannone, Manzano, Nomesino, Lenzima e Castellano, uno dei più begli esempi trentini di camino vulcanico (neck) coi suoi prodotti lavici e tufacei. Il neck del Monte Biaena è di particolare interesse per gli studiosi sin dall'inizio del XX secolo, sia per la struttura vulcanica completa, che per continuità di materiali tra esterno e interno del camino. L'attività vulcanica terziaria, circa 45 milioni di anni fa, ebbe qui per lo più carattere esplosivo e sottomarino, e si svolse in commistione con la normale sedimentazione eocenica, arrivando in alcuni casi a determinare l'emersione degli apparati vulcanici a formare isolotti. Per questo si rinvengono nella zona sia affioramenti di rocce carbonatiche fossilifere, che raccontano di un mare poco profondo, caldo e ben ossigenato, sia di materiali eruttivi o di basalti compatti. Dal punto di vista della flora, alla presenza di affioramenti basaltici si associano substrati acidi che spiegano, nelle vicinanze del M.te S. Bernardo, l'unico ritrovamento noto per il Trentino meridionale (Archivio della Cartografia floristica tridentina) della pianta acidofila Veronica verna, detta veronica primaverile.