Pomarolo - Servis di Savignano
Il sito, relativamente al quale sono noti ritrovamenti fin dalla seconda metà dell'800, fu sottoposto nel 1963 e nel 1969 a indagini archeologiche che rivelarono la presenza di un cimitero con sepolture a inumazione in semplice fossa terragna o in tombe a cassa litica disposte su file parallele. Ai corredi, deposti nelle tombe secondo il rituale funerario romano, appartengono, oltre a oggetti di ornamento personale indossati dai defunti, come fibule, monili, borchie e fibbie di cintura (che sembrano tra l'altro suggerire la presenza di elementi di origine germanica), anche utensili da lavoro e d'uso comune (coltelli) e vasellame di terracotta di probabile fabbricazione locale (boccale, olla), da ricondurre all'uso di porre nella tomba contenitori che richiamavano il servizio da mensa quotidiano, determinato dalle credenze nella continuità della vita nell'aldilà; la presenza di monete nelle tombe è invece da interpretare come deposizione dell'"obolo di Caronte" necessario al pagamento del trasporto del defunto nel mondo dei morti. Se da un lato la tipologia delle fibule e i termini forniti dalle monete (emissioni degli imperatori Valentiniano I, Valente, Arcadio, Onorio) inducono a datare le sepolture alla tarda età imperiale (IV-V secolo d.C.), dall’altro la presenza di elementi pertinenti all’abbigliamento militare, come le fibbie di cintura, suggeriscono che la necropoli possa essere appartenuta a un piccolo contingente di armati, forse federati di estrazione germanica, posti a presidio di siti strategici per il controllo del territorio e soprattutto della viabilità. La necropoli di Servìs doveva essere connessa ad un insediamento situato a breve distanza, come suggerisce il rinvenimento di un possibile focolare a circa 300 metri dal complesso tombale, forse da porre in relazione con un edificio in legno oggi scomparso.